La rivincita dei rossi

Un grande risultato per Torre a Cenaia, alla prova delle più importanti Guide del 2019! Per il primo anno, l’Antica Tenuta Pitti riceve due importanti riconoscimenti per i propri vini rossi.
Nota per la produzione dei bianchi e, in particolare, del vermentino, la produzione a bacca scura della Tenuta è sempre stata letta “in sordina” dalla critica, adombrata dalla storica scuderia dei bianchi, rappresentata in primis dall’eccellente Cenaja Vermentino.
Tuttavia, la cantina di Torre a Cenaia da anni svolge un lavoro accurato anche nella vinificazione dei rossi, guidata dalla sapiente regia dell’enologa di fama internazionale Graziana Grassini, di recente salita agli onori della cronaca per il riconoscimento quale “miglior vino al mondo” di un’etichetta da lei curata, il Bolgheri Sassicaia 2015.

 

Una delle principali obiezioni della critica, restia a riconoscere l’elevata qualità dei rossi di Torre a Cenaia, riguarda l’orografia della Tenuta, che occupa una vasta area di territorio per lo più pianeggiante, ai piedi delle colline pisane. Come a dire che in pianura i vitigni a bacca scura non possono dare risultati soddisfacenti. Vero in linea generale, falso se non si tiene conto della varietà di substrati che compongono il terroir di Torre a Cenaia.
Una base a medio impasto argilloso si alterna a vasti depositi sabbiosi – evidenziati da micro-toponimi interni alla Tenuta come I Renai – che per loro natura offrono un substrato drenante e ben areato, ad altri con sedimenti ricchi di ossidi ferrosi: è il caso del toponimo La Tinta, cioè zona il cui terreno ha un colore rossastro, come accade per la più celebre ocra rossa della terra di Siena. Se paragonate alle normali argille, le ocre rosse hanno una maggiore capacità di drenaggio, ottimale per la produzione del vino, e celebri sono nel mondo le terre di questo tipo vocate alla coltivazione dei vitigni a bacca scura; oltre a vaste aree della Toscana centrale e della Francia, persino in Australia tali terreni sono noti per la produzione di Cabernet Sauvignon e Syrah, come la zona del Coonawarra.

 

Forte di questo ricco sistema di substrati, Torre a Cenaia annovera nella propria scuderia un sangiovese vinificato in purezza, il Pitti Sangiovese, un blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah, il Torre del Vajo, un Syrah e Merlot, il Per Non Dormire, vera e propria “riserva” aziendale in serie limitata, e, ultimo nato, un Cabernet Sauvignon e Syrah, Octo.

Proprio la “tripletta storica” dei rossi ha riscosso un forte successo nelle ultime edizioni delle due più note Guide vinicole, l’Annuario di Luca Maroni e i Vini di Veronelli: in quest’ultima, il Pitti Sangiovese, il Torre del Vajo e il Per Non Dormire sono stati insigniti delle ambite Tre Stelle, ottenendo ognuno un punteggio superiore a 90.

Davvero un ottimo risultato per la cantina di Torre a Cenaia, coordinata internamente dall’enologo Roshan Abenaim, guidato dalla celebre enologa Graziana Grassini e coadiuvato dall’agronomo Gabriele Cesolini. Il 2019 si prospetta un anno ricco di soddisfazioni per l’Antica Tenuta Pitti.

In alto i calici, alla salute!

 

Ecco di seguito il responso delle Guide:

 

Annuario dei migliori vini italiani 2019, Luca Maroni

 

Il miglior vino

Per Non Dormire 2015

Consistenza: 32

Equilibrio: 29

Integrità: 31

Totale punteggio: 92

 

Sensazioni

V’è un gran dialogo al suo ampio e maestoso profumo. Gli attori, un gran frutto poderoso, maturo e polposo, un filone di spezie avvolgenti, vanigliate e cremose. Dialogo che è successione di note armoniose giacché equipotenti e incorporatemente fuse. Morbidezza palatale cremosamente avvolgente. Doti vinicole, la concentrazione e lo spessore del suo manto gusto-aromatico, doti enologiche la nitidezza, la freschezza dell’unirsi e dell’udirsi balsamico, il loro bilanciato interscambio. Un gran vino allora complesso, e di possente struttura compositiva. Che fin dal suo apparire d’un nero insondabile afferma sensorialmente la propria assoluta caratura estrattiva, la propria eccellente integrità enologica esecutiva.

 

Gli altri vini

  • Cenaja Vermentino 2017: 91
    Dolce Peccato: 90
  • Pitti Chardonnay 2017: 90
  • Pitti Vermentino 2017: 90
  • Torre del Vajo 2015: 88
  • Pitti Sangiovese 2016: 88
  • Pitti Rosato 2017: 87
  • Pitti Chardonnay Brut: 87

IP complessivo: 89,22

 

Commento conclusivo

Un bicchiere, quello di Torre a Cenaia Antica Tenuta Pitti, che esprime il suo meglio in tema di consistenza e di morbidezza di sapore. La cremosità di tatto dei rossi Torre del Vajo 2015 e Pitti Sangiovese 2016, con gran suadenza di frutto, con gran intensità di balsami di spezie si evidenzia le loro viscoso riscontro tattile e palatale. Potenza e fittezza che nei suoi ancor migliori bianchi si associano ad un integro, vivido, netto profilo sensoriale. Eccellente in consistenza il Pitti Chardonnay 2017, in nitore il Pitti Vermentino 2017, con il Cenaja Vermentino 2017 che si conferma tra i più morbidi e limpidi della regione. Gran vino il migliore del tasting, il Per Non Dormire 2015, rosso in cui le doti naturali del frutto splendono per l’inossidato, mentoso nitore che devono alla pulizia enologica della sua trasformazione. Complimenti.

 

 

Guida Oro I vini di Veronelli 2019, Seminario Permanente Luigi Veronelli

  • Cenaja Vermentino 2017: 86
  • Dolce Peccato: 89
  • Per Non Dormire 2015: 92 – Tre Stelle
  • Torre del Vajo 2015: 90 – Tre Stelle
  • Pitti Chardonnay 2017: 87
  • Pitti Vermentino 2017: 87
  • Pitti Rosato 2017: 87
  • Pitti Sangiovese 2016: 90 – Tre Stelle
  • Pitti Brut: 85

 

Author: Gabriele Panigada

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